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Ristoranti del Buon Ricordo: sette i nuovi ingressi

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Nata nel 1964, l’associazione dei ristoratori conta oggi 108 locali, disseminati in tutta Italia, più 9 indirizzi all’estero.

MILANO :: 02/12/2021 :: Sette i nuovi piatti del Buon Ricordo realizzati a Vietri sul Mare. Di quelli in ceramica, con al centro della scena la specialità culinaria che rappresenta il ristorante, ricette che hanno fatto la storia della cucina italiana. I sette nuovi piatti sono dedicati ad altrettanti nuovi associati dell’Unione Ristoranti del Buon Ricordo, che ha appena presentato la sua guida aggiornata, scaricabile gratuitamente.

Nata nel 1964, con l’intenzione di salvaguardare e valorizzare lo straordinario mosaico delle tradizioni gastronomiche italiane, la prima associazione dei ristoratori italiani conta oggi 108 locali, disseminati in tutta Italia, più 9 indirizzi all’estero (fra Europa e Giappone).

Le new entry sono la Locanda Capolago di Colico (Lecco) e i ristoranti Torcolo di Verona, La Fratta di Verucchio (Rimini), Romanè e Trattoria Santa Pupa di Roma, Al Pescatore di Gallipoli (Lecce), Da Ercole a Crotone.

Onore e oneri: i ristoranti che entrano nell’associazione devono scegliere e tenere in menù un piatto che rappresenti in maniera significativa la loro terra e la loro proposta, che è la ricetta che poi viene immortalata dagli artigiani di Vietri sul piatto in ceramica. Questa specialità deve quindi essere sempre presente nel Menù del Buon Ricordo, che può variare purché non venga meno il piatto simbolo.

Per fare qualche esempio, pescando dalle proposte delle new entry, il Torcolo di Verona si presenta con il Bollito Veronese, il romano Romanè con il Pollo alla Cacciatora, il ristorante Da Ercole a Crotone con la Carbonara Pitagorica.

Come ha spiegato il presidente dell’associazione, Cesare Carbone, patron di uno dei locali del Buon Ricordo, il ristorante La Manuelina di Recco, «alle nostre tavole si vive un’esperienza conoscitiva ed emozionale, si riscoprono antichi sapori dimenticati nell’archivio della memoria e se ne gustano di nuovi sapientemente composti. La nostra non è solo tutela della tradizione gastronomica del Bel Paese, ma anche e soprattutto valorizzazione in chiave contemporanea di queste radici».